CONTRO IL DDL ZAN, PER LA VERITA’

Mentre sta per arrivare al Senato il DDL Zan sulla cosiddetta omofobia, vorrei esprimere un commento dalla prospettiva pro-life: si tratta di una norma del tutto sbagliata, che offende la libertà ma prima ancora la verità.
Già il linguaggio è un tranello: rifiuto lo stesso termine “omofobia” e le sue varianti, una non-parola creata ad arte per insinuare il sospetto che chi considera l’omosessualità un disordine sia vittima di un panico irrazionale e incontrollato (fobia) che sfocia nell’odio, insomma un malato da curare. Questo trucchetto ha le gambe corte: il giudizio negativo sulle deviazioni della sessualità deriva invece dalla ragione, dall’osservazione della realtà, dalla tradizione immemorabile del pensiero, della scienza, delle leggi; chi pretende di disfarsene ha l’onere della prova. Non c’è motivo di negarlo: certi atti compiuti violando l’ordine della sessualità umana possono legittimamente provocare non “fobia” ma piuttosto ripugnanza, eppure ciò non toglie che verso le persone coinvolte rimanga il rispetto, anzi il desiderio di aiutarli a ritrovare un’esistenza sana e decorosa.
Rifiuto anche l’orrore per la parola “discriminazione”, poiché in origine significa scelta, e ad ogni momento siamo chiamati a discriminare cioè scegliere tra il bene ed il male; pertanto non è colpevole trattare in modo diverso situazione diverse, soprattutto quando bisogna salvaguardare le persone più innocenti ed indifese (i bambini).

Molti hanno denunciato il rischio per la libertà di parola, perché la norma spingerà facilmente al silenzio chi è critico verso l’ideologia omosessualista o semplicemente difende la normalità contro i deliri del gender, anche solo con la minaccia di una denuncia. La cosa è tanto evidente che persino alcune militanti femministe si sono dissociate. Ma il problema è ben più profondo: la libertà non può essere un valore assoluto, poiché deve sempre essere guidata dalla verità. Ed ecco, qui c’è un problema di verità, e – come è stato detto autorevolmente – è la verità che ci farà liberi… non viceversa.
Il DDL tutela in modo speciale la relazione omosessuale come un bene per la collettività: ma essa è contraria alla natura umana e dannosa per la crescita sociale, cosa che vale ancora di più per il pensiero gender, che considera la sessualità come una linea indistinta, finendo per distruggerla completamente. Se anche si riuscisse in aula a limare qualche dettaglio liberticida, resterebbe sempre il nucleo ingiusto, che spanderà pian piano il suo veleno nella società: far credere normale ed accettabile ciò che non lo è. Allo stesso modo, per esempio, il nucleo avvelenato della Legge 194 è il potere di uccidere a norma di legge un innocente, anche se cambiasse il limite dei 3 mesi o qualche altro aspetto secondario.
Perciò le proposte di modifica avanzate nel Centro Destra, magari con buona intenzione, sono un errore: l’unica risposta adeguata è un NO e basta, nessuna legge sulla cosiddetta omofobia. Anche a costo di una crisi di governo.

Purtroppo prendo atto che anche i cattolici (con piccole coraggiose eccezioni, che si battono per un NO deciso) si sono limitati ad invocare un dialogo per rendere il testo più moderato (posizione della CEI). In particolare il Forum delle Ass. familiari, che a suo tempo aveva saputo mobilitare i laici bloccando i DI.CO., è rimasto in disparte, avendo compiuto la scelta strategica di concentrarsi sui temi fiscali e di evitare i contrasti sui temi etici. In tal modo si sceglie il male minore, continuando su una strada sbagliata che pian piano ci ha portato all’abisso attuale.
Era necessario dare battaglia, ma non si è voluto: eppure la famiglia (naturale), il matrimonio (quello vero), la maternità e la paternità come beni preziosissimi per tutta la società meritavano di più; come militante pro-life so bene che queste sono le fondamenta di cui la vita umana ha bisogno per nascere, crescere e prosperare.
Ma adesso riflettiamo: proprio ora che il nostro Paese si accorge del devastante inverno demografico in cui siamo già entrati ed annaspa cercando rimedi, vediamo il Parlamento dare priorità ad una norma che promuove stili di vita sterili; questa sterilità può essere soltanto aggirata, ricorrendo a pratiche vergognose come l’utero in affitto. E’ questa la saggezza, la lungimiranza dei nostri rappresentanti?
Così pure l’intervento della Santa Sede, pur importante soprattutto perché inatteso, mi pare tardivo e poco incisivo: anch’esso si limita al tema della libertà, per ovvi motivi diplomatici. Ma dalla Chiesa mi aspetto ben altro che diplomazia: un ammonimento severo ai governanti perché non sia offesa la legge naturale e soprattutto le Legge Divina, promuovendo a valore pubblico il vizio e l’immoralità, che sono causa di decadenza e rovina per le Nazioni, ma prima ancora causa di rovina eterna sul piano soprannaturale. E la salvezza delle anime è la ragion d’essere stessa della Chiesa. O no?

Giunti a questo punto, pur sperando in qualche colpo di scena, sembra probabile che il DDL Zan o qualcosa di simile sia approvato: alla luce delle ragioni esposte, la battaglia dovrà continuare, puntando alla demolizione della norma, ad esempio con apposito referendum.

Per riassumere:
• NO AL D.D.L. ZAN
• NO A QUALSIASI LEGGE SULLA CD OMOFOBIA ET SIMILIA
• NO PER LA NOSTRA LIBERTA’, MA PRIMA DI TUTTO PER DIFENDERE LA VERITA’

Francesco Bortolato